Per il New York Times è «Poet-aristocrat with the profile and carriage of a Renaissance prince», per Le Monde de la Musique «l'éritier des Moritz Rosenthal, des Busoni et des Godowsky»; il Corriere della Sera scrive di «uno spolvero di signorilità che credevamo perduto negli archivi dell'interpretazione pianistica». Francesco d’Avalos gli ha dedicato tutti i suoi pezzi per pianoforte solo. Paolo Isotta ha scritto: «Libetta compositore è poeta doctus».
Ha collaborato con direttori come Antonio Pappano, Andreae e Mandeal; artisti fra i quali Sollima, Haendel, Antonacci, Devia; Boni, Laurito, Preziosi, Marchini, Yılmaz, Carla Fracci. Ha fondato il gruppo di ballo Coreofonie.
Artista versatile e completo, capace di passare dalla direzione d’orchestra all’attività di saggista musicale, regista d’arte visiva e a sua volta protagonista di documentari firmati da autori come Bruno Monsaingeon e Franco Battiato.
Giurato al Busoni di Bolzano, per il Premio Venezia, l’Horowitz di Kiev, a Rio de Janeiro, insegna a Martina Franca per la Fondazione Grassi.